Centenario Rotary Club Livorno

Venerdì 11 aprile alle ore 21:00 presso il Teatro Goldoni di Livorno, l'Orchestra del Conservatorio "Pietro Mascagni", diretta dal M° Lorenzo Sbaffi, celebra con un concerto il Centenario del Rotary Club Livorno (1925-2025)
 

Programma

Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Coriolano Overture, Op. 62
 
Pietro Nardini (1722 – 1793)
Concerto per violino in la maggiore, Op. 1 n. 1
  1. Allegro
  2. Adagio
  3. Allegro assai
Violino solista: Alessandro Arieti
 
Pietro Mascagni (1863 – 1945)
Barcarola (dal Silvano)
 
***
 
Ludwig van Beethoven (1770 – 1827)
Sinfonia n. 2 in re maggiore, Op. 36
  1. Adagio molto – Allegro con brio
  2. Larghetto
  3. Scherzo. Allegro – Trio
  4. Allegro molto
 
 

Biglietti

Per la partecipazione al concerto è obbligatoria la prenotazione da effettuarsi presso la Biglietteria del Teatro Goldoni dietro pagamento di un contributo per costi amministrativi di €5,00 a persona.
Prezzo del biglietto: euro 5

Vendita biglietteria del Teatro Goldoni
martedì e giovedì ore 10/13 – mercoledì venerdì e sabato ore 16.30/19.30)
Nei giorni di spettacolo la biglietteria aprirà 2 ore prima dell’inizio spettacolo.

Vendita On Line su goldoniteatro.it e ticketone.it
https://www.ticketone.it/event/100-anni-di-rotary-a-livorno-teatro-goldoni-19818685/

Tel. BIGLIETTERIA 0586 204290
 
Per maggiori informazioni
SEGRETERIA ROTARY CLUB LIVORNO
rotaryclublivorno@gmail.com
+39 0586 897 081  |  +39 347 510 7260 
 

Note di sala

L'Ouverture Coriolano Op. 62 di Ludwig van Beethoven fu composta nel 1807, originariamente come introduzione a un'opera teatrale di Heinrich Joseph von Collin intitolata Coriolano, ispirata alla figura storica di Marco Coriolano, un condottiero romano noto per il suo carattere fiero e tragico. L'opera teatrale non ebbe successo, e l'Ouverture venne eseguita separatamente come brano autonomo, divenendo una delle composizioni più drammatiche e intense di Beethoven.
L'Ouverture è scritta in forma sonata, ma presenta un'espressione particolarmente concentrata e appassionata, molto diversa dalle convenzionali ouverture del periodo. La musica si caratterizza per la sua intensità emotiva e per un uso audace delle dinamiche e dei contrasti. Il brano esplora temi di eroismo, conflitto interiore e destino, e anticipa alcune delle caratteristiche che ritroveremo nelle sinfonie più mature di Beethoven.
Il brano si apre con una potente introduzione in tempo lento, solenne e minacciosa. Il tema iniziale, cupo e drammatico, evoca immediatamente una sensazione di conflitto e tensione, che si adatta perfettamente alla figura di Coriolano, un uomo che affronta il destino e la lotta interiore. Dopo l'introduzione, il ritmo accelera e si sviluppa in un allegro tempestoso, ricco di energia. Il movimento ha una spinta vigorosa, ma anche un senso di lotta, con ampi contrasti tra sezioni violente e momenti più delicati. Il tema di apertura si trasforma e viene ripreso, mostrando la crescita drammatica dell'azione.
 
Pietro Nardini, violinista tra i più celebrati nell’Europa del secondo Settecento, fu un esponente di spicco dell’antica tradizione strumentale italiana e, in particolare, della scuola di Giuseppe Tartini, di cui fu ritenuto unanimemente il miglior allievo; una scuola che egli continuò a Firenze, dove formò eccellenti violinisti.
Il Concerto per violino in la maggiore Op. 1 n. 1 di Pietro Nardini è una delle opere più importanti di Nardini. Composto negli anni 1770, il concerto si inserisce nel periodo del tardo barocco e del primo classicismo, con una chiara influenza della scuola violinistica di Tartini. Questo concerto è un'opera che merita di essere ascoltata e apprezzata per la sua bellezza e per la sua importanza storica. Sebbene non sia così conosciuto come altri concerti del periodo, rappresenta un esempio pregevole della scuola violinistica italiana e della transizione tra il barocco e il classicismo. La sua eleganza e il suo virtuosismo continuano a affascinare i violinisti e il pubblico odierno.
Il primo movimento è caratterizzato da un'energia vivace e da un ampio respiro melodico, tipico del periodo, con una stretta interazione tra il solista e l'orchestra. Il violino ha un ruolo protagonista, ma il dialogo con l'orchestra è equilibrato, creando un effetto di continuità e di ampio respiro.
L’Adagio offre un contrasto emozionale con un'atmosfera intima e meditativa. Qui, Nardini mostra la sua abilità nell'elaborare linee melodiche espressive, permettendo al violino di esprimere pienamente la sua ricchezza timbrica. Il terzo e ultimo movimento è caratterizzato da un ritmo vivace e da un tema che viene ripreso e variato più volte. Questo finale allegro crea un ulteriore contrasto rispetto al secondo movimento, portando l'opera a una conclusione brillante e solare.
 
La Barcarola è uno dei brani più celebri e suggestivi dell'opera Il Silvano, composta da Pietro Mascagni nel 1906. L'opera, che si svolge in un villaggio marittimo, racconta una storia di amore e gelosia, con una forte componente di natura e ambiente marino. La Barcarola, che prende il nome dal genere musicale tradizionale veneziano, è una canzone che imita il ritmo delle barche che si muovono sull'acqua. Nel brano, Mascagni utilizza una melodia dolce e ondulante, che evoca l'atmosfera tranquilla e incantata della navigazione. La ritmica in 6/8, tipica delle barcarole, e l'uso di un'orchestrazione delicata, creano un effetto ipnotico che rispecchia il fluttuare delle onde. La musica evoca un senso di serenità, ma anche di malinconia, che caratterizza l'intero brano. La Barcarola in opera è cantata da un gruppo di donne che sono impegnate nel lavoro di pescatrici e, nel contesto dell'opera, diventa il riflesso dei loro sentimenti di speranza e di amore. La sua melodia ripetitiva e incalzante suggerisce una sorta di riflessione interiore, ma anche una tensione latente, che si sviluppa nel contesto dell'opera.
 
La Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 36 di Beethoven è stata composta tra il 1801 e il 1802, un periodo cruciale per il compositore, che stava affrontando le difficoltà dovute alla progressiva perdita dell'udito. Nonostante le difficoltà personali, la sinfonia rivela una vitalità e un'energia straordinarie, oltre a una crescente maturità nella scrittura musicale. La seconda sinfonia rappresenta una fase di transizione tra il classicismo di Mozart e Haydn e la nuova lingua musicale che Beethoven stava sviluppando.
La Sinfonia n. 2 segna un passo importante nella carriera di Beethoven, consolidando la sua posizione come uno dei più grandi compositori dell'epoca. Nonostante le difficoltà personali, l'opera si distingue per la sua freschezza, originalità e il coraggio di esplorare nuove possibilità espressive. È un capolavoro che anticipa molte delle innovazioni che Beethoven porterà alle sue sinfonie successive, e offre un'esperienza musicale coinvolgente e ricca di sfumature.
La sinfonia, suddivisa in quattro movimenti, ha inizio con l’Adagio molto, introducendo lentamente il brano, creando un’atmosfera solenne, per poi esplodere in un Allegro con brio ricco di energia. Il contrasto tra la parte introduttiva e la sezione principale del movimento è uno degli aspetti distintivi di questo movimento.
Il secondo movimento, Larghetto, viene elargito con la profonda, calcolata misura espressiva già tutta beethoveniana. È caratterizzato da un lirismo intenso e una bellezza melodica delicata. La scrittura per gli archi è particolarmente espressiva, creando un'atmosfera quasi meditativa, che rappresenta una pausa emotiva rispetto al movimento precedente.
Lo Scherzo, energico e giocoso, ha un ritmo incalzante e un uso brillante degli strumenti. La sezione centrale presenta un trio, in cui il contrabbasso e il fagotto si fanno sentire in modo particolare, offrendo un contrasto interessante rispetto alla sezione principale.
Il finale è un movimento frizzante e pieno di entusiasmo, che conclude la sinfonia con un'energia esplosiva. La coda del movimento è particolarmente incisiva, mostrando l'evoluzione stilistica di Beethoven verso una scrittura più audace e innovativa.
 
 

Lorenzo Sbaffi - direttore

Lorenzo Sbaffi, violinista e compositore, si forma ai Conservatori Morlacchi di Perugia e Rossini di Pesaro, dove si diploma con lode in direzione dorchestra sotto la guida di Manlio Benzi. Si perfeziona con Sir Colin Metters della Royal Academy of Music di Londra, con il finlandese Leif Segerstam della Sibelius Academy e cresce alla scuola di grandi direttori, quali Gustav Kuhn e Jorma Panula.
Nel suo vasto repertorio, che spazia dal tardo barocco alla musica contemporanea, ha particolare rilievo il grande sinfonismo classico-romantico mitteleuropeo e scandinavo. Dirige prime esecuzioni assolute di contemporanei, quali Fernando Sulpizi, Mario Mariani, Roberta Silvestrini, Massimiliano Messieri, collabora con artisti quali Mstislav Rostropovich, Giuseppe Sinopoli, Luciano Berio, Riccardo Muti, Krystian Zimerman, Mario Ancillotti, Frans Brüggen, Leōnidas Kavakos, Kim Kashkashian, Roberto Fabbriciani, Gustav Kuhn. 
È direttore di ensemble e orchestre di prestigio - in Italia, in Europa, in America Latina, in Asia - e incide per Amadeus, Rai, Dynamic, Bongiovanni, T.F.E., Legend, Col Legno e Hyperprism.
I suoi lavori, in uno stile spesso ironico ed informale, si eseguono in Italia e allestero in molti Festival e stagioni. Grande successo ha riscosso la prima esecuzione assoluta del suo Requiem «alle anime morte dei vivi» per soli, coro ed orchestra (Edizioni Hyperprism 2010), con l'Orchestra Filarmonica Marchigiana da lui stesso diretta, mentre il suo Concerto per archi è stato diretto in prima assoluta nel 2012 da Jorma Panula, in un tour internazionale della Vaasan Kaupunginorkesteri.
È stato presidente della giuria del concorso internazionale Premio Rodolfo Lipizer di Gorizia nel 2018 e direttore del progetto solidale LiricoStruiamo, opera lirica itinerante nel cratere sisma del Centro Italia. Lattività didattica lo vede docente di Esercitazioni orchestrali al Conservatorio Pietro Mascagni di Livorno. 
 

Alessandro Arieti - violino

Alessandro Arieti ha iniziato lo studio del violino all'età di sette anni sotto la guida del Maestro Alessio Cercignani, alla Scuola di Musica comunale di Cecina.
A diciassette anni è stato ammesso ai corsi di Diploma Accademico al Conservatorio statale di Musica "Pietro Mascagni" di Livorno, che tuttora frequenta.
È allievo di Chiara Morandi e ha seguito numerose masterclass con grandi Maestri come Pavel Berman, Tomas Cotik, Eva Bindere, Yulia Berinskaya, Alberto Bologni, Sergio Lamberto, Ladislau Petru Horvath e Ruggero Marchesi.
Dal 2024 è entrato a far parte dell'Orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza.
Partecipa assiduamente alle iniziative dell'Orchestra del Conservatorio Mascagni, con cui si è esibito anche in qualità di spalla e di solista, inoltre collabora regolarmente con alcune orchestre del territorio, come l'Orchestra Giovanile Toscana, l'EstrOrchestra e l'Orchestra del Teatro Goldoni.
 

L'Orchestra del Conservatorio P. Mascagni

L'Orchestra del Conservatorio statale di Musica Pietro Mascagni di Livorno è una formazione prestigiosa che rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della vita musicale e culturale della città. Fondata come parte integrante del Conservatorio, l'Orchestra svolge un ruolo fondamentale nella preparazione musicale degli studenti, offrendo loro l'opportunità di suonare in un contesto professionale, affrontando un ampio repertorio che spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea e per mettere in pratica le loro competenze orchestrali in un ambiente di alto livello. Composta da giovani musicisti provenienti dai vari corsi di strumento del Conservatorio, l'orchestra offre loro una formazione completa che include non solo l'esecuzione, ma anche l'approfondimento di aspetti interpretativi, stilistici e tecnici. Questo approccio mira a preparare gli studenti a entrare nel mondo professionale della musica, attraverso la sperimentazione di repertori complessi sotto la guida del docente di esercitazioni orchestrali, M° Lorenzo Sbaffi.
Ogni anno, l'Orchestra tiene numerosi concerti, sia nel territorio livornese sia a livello nazionale, collaborando anche con altre realtà musicali, partecipando a festival, eventi culturali e iniziative locali, contribuendo così alla diffusione della musica classica e contemporanea.
 

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